“Una riforma che non sia un riformatorio”. E’ questo che chiedono a gran voce i volontari intervenuti al convegno “La Riforma del Terzo Settore ed il futuro dei CSV”, realizzato presso l’Aulario della Seconda Università degli Studi di Napoli a Santa Maria Capua Vetere.
Non entusiasma – e lascia emergere anche diverse preoccupazioni - il Disegno di legge: "Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale", attualmente depositato in Senato. I 430 emendamenti presentati alla Camera dei deputati e i 700 presentati nello stesso Senato non sembrano migliorare di molto le prospettive di una legge che – stando a quanto osservato da Antonio D’Alessandro di CSVnet “premia chi produce beni, e penalizza chi offre servizi”.
Quattro gruppi di lavoro, una ricca rappresentanza giovanile, rappresentanti di spicco del mondo politico e dei Centri di Servizio per il Volontariato: questi gli ingredienti di un lungo pomeriggio di confronto e dibattito, che è culminato con il confronto con i Senatori della Repubblica Sergio Puglia e Rosaria Capacchione e con la firma del protocollo di intesa con la Seconda Università degli Studi di Napoli, grazie al quale sarà realizzato presso i locali universitari uno sportello di orientamento di volontariato.
Molte sono le criticità emerse dal confronto tra volontari: l’attuale disegno di legge andrebbe infatti a tradire lo spirito dell’articolo 15 della Legge Quadro del Volontariato, che ha istituito i CSV, “promossi e gestiti dalle OdV”, per supportare e professionalizzare gli interventi delle organizzazioni di volontariato.
Antonio Fici - docente di Diritto Privato presso l’Università degli studi del Molise – ha chiaramente definito i bias di una legge che ha probabilmente sottodimensionato il fenomeno volontariato: “gli emendamenti in senato sono un terremoto per i Centri di Servizio per il Volontariato. Un CSV potrebbe costituirsi al di là del proprio territorio, basta che sia presente una compagine minima di associazioni, e può erogare servizi ad ogni ente sul territorio nazionale, purché sia ad esso associato: i CSV sarebbero quindi totalmente scollegati dal loro territorio, e si creerebbe un meccanismo di concorrenza che non favorirebbe né la qualità né la quantità di servizi erogati: la stessa legge prevede, inoltre” ha continuato Fici “la perdita per le OdV dell’esclusiva sui servizi offerti dai CSV a parità di risorse disponibili. Un danno enorme, per realtà associative che non possono per statuto avere un qualunque provento dalle proprie attività, e che quindi dovrebbero almeno poter “risparmiare” sulle spese. Dalla lettura della legge, infine, emerge un altro passaggio cruciale: d’ora in avanti, sarebbero le fondazioni a gestire, in tutto e per tutto, le risorse economiche dei CSV. Tradotto in soldoni: Forme minime di erogazione diretta dei fondi da parte dei CSV, come i bandi di progettazione sociale, non potrebbero più essere realizzate”
Diverse le “ricette” promosse dai volontari: l’individuazione di forme di finanziamento alternative che integrino – ma non sostituiscano - i fondi ex legge 266/91 per i Centri di Servizio per il Volontariato; l’impegno a confermare la governance del volontariato all’interno dei CSV; la possibilità di creare percorsi agevolati – ma non gratuiti – per enti del Terzo Settore che vogliano avvalersi dei servizi dei CSV; l’individuazione di un numero minimo di associazioni per la gestione dei Centri di Servizio, che dovranno conservare la propria pertinenza territoriale.
Proposte arrivate troppo tardi? “I tempi delle leggi sono spesso dettati da logiche interne, ed intervenire a giochi quasi conclusi non é semplice. Tuttavia, io credo che questo sia il momento per farsi sentire dalle istituzioni” suggerisce il senatore Sergio Puglia. “Il tempo per presentare nuovi emendamenti è finito, ma alzando il telefono, mandando e-mail, cercando l’interlocuzione diretta con il senatore Lepri, relatore della Legge, possiamo ancora cambiare le cose”.
Appuntamento quindi alle prossime settimane, quando saranno definiti i tempi per la versione “ufficiale della Riforma del Terzo Settore.