Mercoledì 7 luglio a Casal di Principe un incontro-dibattito con associazioni e istituzioni, per presentare i risultati della ricerca e fare il punto sul “modello Caserta” per la gestione dei beni confiscati e dei beni comuni.

CASAL DI PRINCIPE – Mercoledì 7 luglio il CSV ASSO.VO.CE. presenta il Catalogo delle buone pratiche di riuso sociale dei beni comuni e dei beni confiscati: una raccolta di buone pratiche territoriali per la valorizzazione degli immobili pubblici e degli immobili confiscati, ad opera degli Enti del Terzo Settore.

L’iniziativa, arricchita anche da un incontro-dibattito con associazioni e istituzioni, è organizzata nell’ambito del Festival dell’impegno civile e si svolgerà presso Casa don Diana, il bene confiscato in via Urano 18 intitolato alla memoria del sacerdote ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994.

Si parte alle ore 17.30 con i saluti del Presidente del CSV ASSO.VO.CE. Elena Pera e del vicepresidente di CSVnet Simone Bucchi.

 

Dopo la presentazione del progetto a cura del coordinatore Umberto De Santis, è prevista la proiezione del video racconto “Beni Liberati – Il riuso sociale dei beni confiscati nel comune di Casal di Principe”: un racconto collettivo del “modello Casal di Principe” con protagonista chi ogni giorno opera all’interno degli immobili confiscati. Il video racconto è realizzato da Etiket agenzia di comunicazione sociale, altra realtà con sede in un bene confiscato.

A seguire, il direttore del CSV ASSO.VO.CE. Paola Piscitelli modererà il dibattito sul tema “Il ruolo del Terzo Settore nella gestione dei beni confiscati e dei beni comuni”. Dopo l’intervento di Salvatore Cuoci, Coordinatore del Comitato don Peppe Diana e vicepresidente del CSV ASSO.VO.CE., si alterneranno i partner del progetto: Gianni Solino per Libera Coordinamento provinciale di Caserta, Raffaele Zito in rappresentanza di Agenda 21 per Carditello e i Regi Lagni e Pasquale Bonasora per l’associazione Labsus – Laboratorio per la Sussidiarietà.

In rappresentanza del Terzo settore, interverranno anche Giovanpaolo Gaudino, Portavoce del Forum Terzo Settore della Campania, Michele Zannini, Portavoce del Forum Terzo Settore della provincia di Caserta, e Simmaco Perillo, presidente del consorzio di cooperative sociali NCO Nuova Cooperazione Organizzata. Successivamente si alterneranno Cesare Sirignano, magistrato, Giampiero Zinzi, Presidente della Commissione anticamorra della Regione Campania, Carlo Marino, Presidente ANCI Campania e Sindaco di Caserta, Alfonso Golia, Sindaco di Aversa.

Le conclusioni saranno affidate al Sindaco di Casal di Principe Renato Natale.

Obiettivo del dibattito è anche quello di attivare nuove sinergie tra associazioni e istituzioni, con la finalità di elaborare delle linee guida condivise per l’assegnazione, la gestione, il monitoraggio dei beni confiscati e dei beni comuni: linee guida, che valorizzando le buone pratiche già esistenti, possano rappresentare una sorta di manuale operativo per ETS e amministrazioni che vogliono intraprendere la strada del riuso sociale dei beni confiscati e dei beni comuni.

“Il Terzo settore casertano – dichiara Elena Peraha dimostrato in questi anni di saper gestire i beni confiscati alla camorra e i beni comuni, ha imparato a fare rete e a produrre innovazioni sociali. Con il CSV ASSO.VO.CE. fin dal 2009 abbiamo fatto la nostra parte, promuovendo attività di formazione e sensibilizzazione, supportando i volontari con consulenze progettuali e specialistiche affinché potessero rispondere in maniera adeguata agli avvisi per l’assegnazione dei beni, sostenendo il percorso dell’Osservatorio provinciale sui beni confiscati. Oggi, con il Catalogo delle Buone pratiche di riuso dei beni comuni e dei beni confiscati, vogliamo far conoscere le buone pratiche di riuso sociale sperimentate in questi anni, tracciare delle linee guida per ETS e amministrazioni che intendono replicare le buone pratiche, avviare nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato sociale”.

“Se all’inizio degli anni duemila i beni confiscati alla camorra erano qualcosa di sconosciuto o che suscitava terrore, oggi sono un laboratorio di cittadinanza attiva che restituisce opportunità e diritti soprattutto ai soggetti più fragili della comunità. Ma c’è ancora tanto da lavorare”. Salvatore Cuoci, rivolge un appello soprattutto alle istituzioni: “Bisogna dare maggior fiducia agli Enti del terzo settore, avviare percorsi di co-programmazione e di progettazione partecipata, dare la possibilità ai giovani del territorio di essere pienamente protagonisti dei percorsi di riuso sociale dei beni confiscati e dei beni comuni”.

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Il Catalogo delle buone pratiche di riuso dei beni comuni e dei beni confiscati è un progetto promosso dal Centro di Servizio per il Volontariato della Provincia di Caserta - CSV ASSO.VO.CE. in collaborazione con Libera Coordinamento di Caserta, Agenda 21 per Carditello e i Regi Lagni, Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà. La finalità è creare una mappa delle buone pratiche territoriali di riuso sociale dei beni confiscati e dei beni comuni, ad opera delle Organizzazioni di volontariato (ODV) e di altri ETS della provincia di Caserta.

Si tratta di un’attività di ricerca che rende visibile e racconta la comunità delle buone pratiche già esistente in provincia di Caserta, e allo stesso tempo fornisce un supporto agli Enti del terzo settore e ai volontari che intendono impegnarsi nella gestione dei beni.

A seguito della firma di un protocollo di collaborazione tra il CSV ASSO.VO.CE. e il Comune di Casal di Principe si è deciso, inoltre, di sperimentare un Percorso di monitoraggio e valutazione dei beni confiscati presenti sul territorio di Casal di Principe, considerato come un laboratorio in cui sperimentare un modello di monitoraggio e valutazione da estendere successivamente ad altri comuni della provincia di Caserta interessati.

Alle attività progettuali è dedicato anche il sito https://benicomuni.csvassovoce.it/ dove sono raccolte le principali esperienze mappate ed è possibile accadere a una serie di informazioni utili sul patrimonio dei beni confiscati e dei beni comuni.