Approvata la legge-delega. La soddisfazione di Tabò: “Impegno a sostenere ruoli e funzioni dei volontari, l’impegno alla trasparenza e l’impegno alla ‘ripulitura’ del terzo settore”. I CSV già pronti al cambiamento, “preoccupati per la forte riduzione delle risorse”.
Qui il testo della legge Delega
A due anni dalla divulgazione delle Linee Guida per una riforma del Terzo settore firmate da Matteo Renzi, con 239 voti favorevoli dei gruppi di maggioranza e 78 voti contrari (M5S, Forza Italia e SI-SEL), la Camera dei Deputati ha approvato il 25 Maggio scorso la legge delega al Governo per la “Riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”.
Per la prima volta, e dopo un proliferare di leggi parziali, gli oltre 300 enti del Terzo settore avranno una carta d’identità unitaria. Il testo della Legge Delega (qui disponibile) definisce Enti del Terzo Settore “il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi” ed esclude esplicitamente “le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche”.
Tra le novità della Legge Delega, si prevede la semplificazione delle norme riguardanti lo statuto civile delle persone giuridiche (Titolo II del Codice Civile) e la stesura di un Codice del Terzo Settore che contenga disposizioni generali applicabili a tutti gli enti, e che preveda la definizione di un Registro Nazionale del Terzo Settore. Altrettanto interessante appare l’istituzione del Servizio Civile Universale, che si aprirà anche ai giovani stranieri residenti in Italia e potrà prevedere dei periodi all’estero.
Per quanto concerne le associazioni di volontariato, oltre ad un’armonizzazione della normativa – che avverrà anche per le associazioni di promozione sociale – si prevede un potenziamento delle azioni di volontariato nelle scuole ed una valorizzazione delle esperienze dei volontari in ambito formativo e lavorativo. La Legge Delega sancisce inoltre il “principio della porta aperta” per la governance dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSV): questi potranno infatti essere gestiti non solo dalle organizzazioni di volontariato ma da tutti gli enti del terzo settore, sebbene negli organi di governo la maggioranza deve essere garantita al volontariato: i servizi saranno inoltre erogati a tutti gli enti che si avvalgono di volontari. È inoltre prevista la costituzione di organismi di coordinamento regionali e sovraregionali con funzione di programmazione e controllo dei CSV.
“A poche ore dall’approvazione definitiva della riforma del terzo settore, tre elementi in particolare motivano la soddisfazione di CSVnet” ha dichiarato Stefano Tabò, presidente di CSVnet. “Il primo attiene allo sguardo con cui la riforma considera i volontari e il volontariato ed il conseguente impegno a sostenerne ruoli e funzioni: ciò rappresenta un segno della civiltà giuridica del paese. Il secondo è il deciso richiamo alla trasparenza nell’azione e nella struttura delle organizzazioni. Il terzo è lo spirito di chiarezza nel definire chi deve far parte del terzo settore (cioè chi ha ‘finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale’), con l’intenzione di compiere una decisa ‘ripulitura’ dei vari registri in cui organizzazioni di ogni tipo sono oggi iscritte”. Tabò sottolinea come “sarà ora però fondamentale che la scrittura dei decreti attuativi della legge porti a coerente conseguenza quanto indicato dal testo approvato, chiarendo tutti i dubbi che questo può far sorgere: in proposito, CSVnet mette a disposizione la propria esperienza e attende di poter avere le interlocuzioni che saranno utili al legislatore” . Rispetto alla nuova identità che i CSV saranno chamati a rivestire, Tabò dichiara: “i Centri di Servizio agiscono già nel solco del cambiamento che la riforma comporterà per essi e si concepiscono da sempre quali soggetti inclusivi, fortemente radicati nelle comunità territoriali. Ora, anche per legge, si afferma il principio delle porte aperte a tutte le organizzazioni del terzo settore che vorranno entrare nella loro governance (ferma restando la prevalenza dei voti riservata al volontariato indicata dalla legge) e l'orientamento dei loro servizi per ‘promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari nei diversi enti del terzo settore’. Dall’altro lato, con l’approvazione del nuovo statuto di CSVnet lo scorso 21 maggio, i CSV si riconoscono, anche formalmente, come ‘sistema’ che condivide alcuni caratteri essenziali e irrinunciabili su tutto il territorio nazionale, stabiliscono loro rappresentanze regionali unitarie, si danno criteri stringenti sulle incompatibilità e i conflitti di interessi dei propri dirigenti”.
Tabò conclude ricordando però la preoccupazione dei Centri di Servizio dovuta alla forte riduzione dei fondi per il loro funzionamento. Infatti, mentre la riforma prevede per i CSV un “finanziamento stabile attraverso un programma triennale”, l’accantonamento per il 2017 (su bilanci 2015) che le Fondazioni di origine bancaria devono destinare allo scopo sarà inferiore di oltre il 30% a quello per l’anno in corso. “Mentre la riforma assegna alla nostra rete un forte aumento delle attività – spiega Tabò – in questa fase, e in assenza di risorse aggiuntive, la tenuta complessiva del sistema dei Centri risulta a rischio”.
“Non abbiamo dubbi – conclude il presidente – che l’Acri, come è sempre avvenuto in passato, sia disponibile a gestire con responsabilità questo difficile momento di transizione in maniera concertata con le rappresentanze del volontariato e del terzo settore”.
Fonti: Vita.it; comunicato stampa CSVnet.
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