Il CSV Asso.Vo.Ce. partecipa alla Marcia Social in ricordo di Don Diana e delle vittime innocenti della criminalità organizzata: le dichiarazioni della presidente Elena Pera 

Anche il CSV Asso.Vo.Ce. partecipa alla Marcia Social in ricordo di Don Diana e delle vittime innocenti della criminalità organizzata promossa da Comitato Don Peppe Diana, Libera Caserta, il Masci Campania, l’Agesci Campania, la Diocesi di Aversa, in collaborazione con il Presidio di Libera Aversa "Attilio Romanò e Dario Scherillo". 

Per aderire è possibile seguire le istruzioni a questo link. 

#MarciaSocial19_21Marzo #restoacasaefacciomemoria

 “Questo è un tempo doloroso che ci richiede di stare a casa, ma per un volontario Casa è dovunque possa fare del bene. Don Peppe Diana con la sua testimonianza ci ha accolto nella sua, di casa, una casa fatta di speranza”: così Elena Pera, presidente del CSV Asso.Vo.Ce., ricorda la figura di Don Peppe Diana, prete ucciso dalla camorra 26 anni fa. “Quello che abbiamo imparato da Don Peppe Diana, come volontari e come operatori del Terzo Settore, è che non bisogna arrendersi, mai. Don Peppe non si è mai arreso, nella sua umiltà ha sempre combattuto la camorra a viso aperto: nella sua comunità e nell’impegno civile ha trovato una seconda famiglia che oggi vuole ricordarlo, con tutte le difficoltà che un’emergenza sanitaria in atto implica ma anche con il desiderio che il suo messaggio non venga mai dimenticato”. 

“Don Peppe Diana” prosegue la presidente “ ha illuminato la strada di tutti noi in mille modi diversi, e come CSV desideriamo ricordarlo con un’immagine che siamo certi, in qualità di Scout, avrebbe apprezzato: i ragazzi del servizio civile del CSV si sono formati, e alcuni prestano servizio non a caso nel bene a lui intitolato a Casal di Principe, rendendo testimonianza di impegno e memoria .  Molti di loro non erano neppure nati ventisei anni fa, eppure ognuno di loro, nella propria personale maniera, porta avanti gli insegnamenti di Don Diana. Nei loro sorrisi, nella loro scelta di svolgere il Servizio Civile, c’è quella spinta verso i più fragili che ha guidato l’intera vita di questo prete coraggioso.  Don Peppe ne sarebbe rimasto veramente contento.

C’è un passato terribile, ma c’è un futuro che ci riempie di speranza.

Oggi Casa Don Diana non è soltanto uno stato d’animo: è un edificio con mura e fondamenta, che ci ha tante volte ospitato e che portiamo dentro, anche oggi, nelle nostre abitazioni. 

È quella luce che non ci abbandona nei momenti difficili e che ci ricorda che nessun sacrificio avviene mai invano. La morte di Don Diana è stato un evento terribile, ma ha risvegliato le coscienze di tutto il paese: la camorra c'era, era in mezzo a noi, e non si è fermata neppure davanti a un prete non armato di nulla se non del suo coraggio. Oggi, per altre ragioni, viviamo un periodo che non dimenticheremo: stiamo combattendo un nemico che ci obbliga a stare lontani gli uni gli altri, ma che ci unisce nella responsabilità e nella tutela della salute come bene comune”.