Milano, 19 Ottobre 2015: Presentazione Report Nazionale sulle Organizzazioni di Volontariato censite dai Centri di Servizio per il Volontariato
“Misurare ciò che è misurabile, rendere misurabile ciò che non lo è”: è con una citazione di Galileo Galilei che Elio Silva, giornalista de Il Sole 24 Ore, ha aperto la Presentazione del Report Nazionale sulle Organizzazioni di Volontariato censite dai Centri di Servizio per il Volontariato, promosso dalla felice sinergia tra il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato CSVnet e Fondazione IBM Italia.
La presentazione è avvenuta il 19 Ottobre scorso a Milano, presso il Padiglione della Società Civile in Expo (Cascina Triulza): grazie al Programma Impact Grant, il CSVnet è stato affiancato da consulenti IBM e ha potuto utilizzare il software di Predictive Analytics IBM SPSS. La presentazione di questo primo rapporto, che ha censito oltre 44mila Organizzazioni di Volontariato, vuole rappresentare uno stimolo per la messa a punto di un processo continuo di gestione dati e di monitoraggio delle fonti che, partendo dalla base dati unitaria, possa contribuire ad indirizzare le politiche del settore nel lungo periodo, soprattutto in momenti caldi come questi e una Riforma del Terzo Settore ancora in Senato. Questa particolare necessità storica è particolarmente avvertita dal presidente del CSVnet Stefano Tabò, che ha dichiarato: “Oggi non dobbiamo solo raccontarci a parole nostre: dobbiamo poterci confrontare gli uni con gli altri, dobbiamo renderci rintracciabili da platee sempre più ampie e, perché no, anche da potenziali donatori: la riforma in essere ci chiede trasparenza, e questo è l’ennesima conferma di un nostro impegno in tal senso”.
Partendo quindi da un bisogno – quello di creare un’anagrafe unica delle organizzazioni di volontariato – e da un enorme potenziale – i database dei 72 CSV di Italia - gli esperti IBM hanno progettato un software unitario che aggregasse, in modo semplice ed intuitivo, i principali dati anagrafici delle organizzazioni di volontariato italiane: il risultato di questo lavoro, della durata di oltre un anno, ha restituito una fotografia inedita del “fenomeno volontariato”, che neppure il Censimento ISTAT dell’Industria e dei Servizi del 2011 era riuscito – con ben altri mezzi – a tracciare. Questo perché il volontariato è, per definizione, un “fenomeno in movimento”, che i 10 anni che scorrono tra un Censimento e l’altro non possono adeguatamente fotografare. Inoltre, come ha commentato ancora Silva “sono troppe le specificità del volontariato, e solo chi si occupa di volontariato le può capire”.
I dati attualmente emersi – un volontariato maggiormente concentrato nelle regioni del Nord e del Centro Italia, un raggio d’azione delle organizzazioni per lo più comunale, l’elevata concentrazione di realtà associative impegnate nell’assistenza sociale e nella sanità –perlopiù in linea con quanto emerso nel Censimento Istat, lasciano presupporre la necessità di un ulteriore sforzo di sintesi che, nel lungo periodo, fotografi con maggiore precisione la multidimensionalità del volontariato: sarà comunque impegno dei CSV proseguire in questa direzione, come dichiarato dal direttore di CSVnet Roberto Museo: “abbiamo gettato le premesse per un monitoraggio continuo delle organizzazioni di volontariato, che non fosse un’istantanea di un determinato momento storico ma che sia in grado di evolvere ed autoalimentarsi. Imbarcandoci in questa nuova avventura, noi operatori dei CSV abbiamo dovuto adottare criteri univoci di ricerca e monitoraggio, che sapremo utilizzare anche in seguito”.
Nel corso della presentazione, cui sono intervenuti, tra gli altri, il Direttore della Fondazione IBM Italia Angelo Failla e il Direttore Marketing della Fondazione IBM Italia Maria Cristina Farioli, non sono mancati interessanti spunti di riflessione: in particolare, Nereo Zamaro (Direttore delle Politiche Sociali della regione Lazio) ha chiesto che fossero fornite maggiori indicazioni sull’ “impatto sociale”del volontariato , “un’informazione che ci sarebbe davvero utile per una migliore programmazione dei bisogni territoriali”; Gregorio Arena, presidente di Labsus ha invitato i CSV a prestare maggiore attenzione “a chi produce bene comune, e quindi alla cittadinanza intera, e non solo alle organizzazioni di volontariato costituite”; Mauro Magatti, docente dell’Università Cattolica di Milano, ha ribadito la necessità che istituzioni ed enti pubblici e privati diano “il giusto valore” al volontariato, non in quanto ruota di scorta, ma in quanto vero collante della società.
Le conclusioni del Sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba hanno guardato al Report come ad “un’importante risorsa, che ci restituisce la reale dimensione di un fenomeno così importante per la società: ci sono altri dati da rilevare, ma è un ottimo punto di partenza”. Di fronte ad una platea legittimamente interessata al Dibattito sulla riforma del Terzo Settore, Bobba ha commentato: “Cercheremo di promuovere la cittadinanza attiva in tutte le sue forme: non possiamo negare che il Terzo Settore sia un Dedalo, e che un’adeguata valorizzazione di tutte le specificità presenti in esso richieda un lavoro enorme. Il Censimento Istat, per dire, ci dice che la maggioranza delle associazioni presenti sul territorio siano artistiche e culturali: mi permetterete di dire che una legislazione attuale, nella quale la piccola associazione sportiva dilettantistica è equiparata al grande Centro Fitness, mi lascia perplesso. Sono degenerazioni che devono cambiare, e noi puntiamo soprattutto sull’agire solidale. Gli strumenti legislativi per premiare chi fa qualcosa per gli altri ci sono, ma spesso sono disattesi: noi vogliamo porre rimedio a questa situazione. Intanto, con la nuova norma, stiamo puntando verso un Servizio Civile non solo universale, ma anche internazionale: abbiamo già preso accordi con la Francia, il paese che ha un servizio civile più simile al nostro, ma andremo avanti”.
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