In attesa della fase 2, nella quale i cittadini saranno chiamati in qualche modo a convivere con il CoronaVirus, riprendono in tutta Italia i progetti di Servizio Civile Universale.
Non fa eccezione il Centro di Servizio per il Volontariato Asso.Vo.Ce., che nelle ultime settimane ha ridefinito parte delle proprie azioni per mettere a disposizione dell’emergenza Covid19 le proprie risorse e competenze, a partire dalle azioni di coprogettazione sociale: così anche gli operatori volontari del Servizio Civile sono stati chiamati ad una rimodulazione del proprio impegno, nei tempi e nelle modalità della circolare pubblicata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il 4 aprile scorso.
Il CSV attualmente dispone di 35 volontari in servizio, impegnati nel progetto di educazione alla legalità Luoghi Comuni: Giovani per l’impegno civile in Terra di Lavoro: di questi, 15 impegnati direttamente presso le sedi operative del Centro a Maddaloni, nell’Agro Aversano e in Valle di Suessola, 20 attivi presso ETS territoriali (Comitato Don Peppe Diana, Il Laboratorio, Sì Teverola e le Pro Loco di Cancello Scalo e Valle di Maddaloni). L’emergenza Covid ha dapprima portato a una sospensione dei progetti, analoga a quanto avvenuto nel resto d’Italia: successivamente, il CSV e le associazioni si sono confrontati sul da farsi, individuando per ogni sede la strategia migliore per consentire il ritorno al lavoro dei ragazzi.
Perlopiù impegnati in progetti di assistenza legati al Covid19, i volontari di servizio Civile hanno ripreso le loro attività il 16 aprile: alcuni sul campo, come per le associazioni il Laboratorio e la Pro loco di Cancello Scalo, attive con attività di welfare leggero e raccolta e stoccaggio donazioni, altri da remoto come la Pro Loco di Valle di Maddaloni che gestisce attività culturali e contatti con i cittadini in difficoltà.
Gli operatori impegnati presso il Comitato Don Peppe Diana e Sì Teverola proseguono le proprie attività culturali e di educazione alla legalità, perlopiù a distanza: non mancano tuttavia azioni tese a supportare la popolazione ai tempi del Covid-19.
Gli operatori in carico al CSV hanno invece aderito al processo di ridefinizione a 360% delle azioni di coprogettazione approvate dal Consiglio Direttivo del CSV Asso.Vo.Ce. nelle scorse settimane: i giovani volontari supporteranno infatti – lavorando in remoto - le azioni di assistenza territoriale nate in seno ai progetti NoDi, Buono a Rendere e Diritti al Punto.
I giovani operatori saranno chiamati a fare “comunità al telefono”: saranno infatti loro a contattare gli utenti beneficiari delle misure di solidarietà lanciate dal CSV, raccogliendo informazioni utili allo svolgimento del progetto e prendendo nota di particolari necessità legate alla quarantena: necessità materiali, certo, ma anche emotive e relazionali. I volontari del Servizio civile offriranno quindi ai nuclei familiari in difficoltà compagnia e vicinanza emotiva, oltre a consentire un riscontro immediato alle azioni promosse dal CSV sul territorio., che potrà essere valorizzato ai fini della valutazione di impatto.
I volontari supporteranno inoltre il CSV nell’emersione di tutte le azioni a sostegno dei più deboli che le organizzazioni di volontariato della provincia di Caserta stanno promuovendo in queste settimane, al fine di arricchire il database online già lanciato dal CSV nelle scorse settimane.
Entriamo quindi nel merito delle azioni specifiche che gli operatori realizzeranno nel corso del progetto.
Partiamo dal progetto Buono a Rendere in Valle di Suessola: come già anticipato nelle scorse settimane, il Consiglio Direttivo aveva deliberato la distribuzione di generi di prima necessità – prima straordinaria, poi calendarizzata a cadenza mensile - a tutti gli aventi diritto, a prescindere dalla loro partecipazione alle attività di animazione territoriale previste. Gli operatori dei Servizio Civile contatteranno le venti famiglie coinvolte nella misura – selezionate attraverso l’apposito avviso pubblicato sul sito del CSV Asso.Vo.Ce. – per monitorare l’andamento delle consegne e per aggiornare in tempo reale le OdV aderenti al progetto di eventuali novità.
Per il progetto NoDi – che ha visto in questi giorni la stesura di un accordo formale tra il CSV e i Comuni di Aversa, Frignano e di San Cipriano D’Aversa avente ad oggetto le misure urgenti di sostegno alla popolazione durante l’emergenza Covid19 – saranno i Servizi Sociali dei comuni afferenti al progetto (oltre a San Cipriano e Frignano collaborano con il CSV anche i comuni di Teverola e Castel Volturno) a distribuire a 18 famiglie in difficoltà i buoni spesa acquistati dal CSV. Anche in questo caso il lavoro dei volontari del Servizio Civile sarà fondamentale ai fini di non esaurire l’intervento in una cessione di benefit, ma nell’individuare le necessità emergenti interpellando direttamente i cittadini: sarà inoltre avviato in via sperimentale un supporto per le famiglie straniere coinvolte nel progetto, alla luce dell’altissimo numero di migranti che abitano il litorale domizio. Sarà quindi salvaguardato il principio ispiratore del progetto, ossia la lotta alle discriminazioni, a partire dalla popolazione più a rischio di esclusione sociale dell’Agro Aversano: quella degli stranieri.
Veniamo quindi al progetto Diritti al Punto, che vedrà coinvolti i volontari in forze presso la sede centrale del CSV Asso.Vo.Ce. a Maddaloni: anche qui le azioni del progetto prevedono la distribuzione di card e buoni spesa attraverso i Servizi Sociali, che provvederanno a individuare 25 famiglie in difficoltà tra i comuni di Caserta e Vairano Patenora. Gli operatori del Servizio Civile, oltre a contattare gli utenti delle attività, contribuiranno a monitorare le operazioni di distribuzione di DPI (mascherine chirurgiche, FFP2, FFP3, tute di contenimento, gel igienizzanti, camici isolanti, calzari…) agli operatori sanitari in prima linea nella lotta al Covid-19 impegnati nei presidi sanitari territoriali (tra cui l’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta e le sedi operative ASL Caserta) e ai volontari ancora attivi nel progetto che prestino la loro opera in tali strutture. Un’azione, quella della distribuzione dei DPI, che rientra nelle finalità di tutela della salute pubblica già in predicato nel progetto Diritti al Punto: attraverso questa azione si confida che volontari e operatori sanitari possano lavorare al meglio e in maggiore sicurezza.